Arco. Timpano. Continuità. Forme evocate da enormi volute di metallo che disegnano lo spazio in tre dimensioni. Sono i nomi di imponenti sculture di Carlo Ramous, poliedrico artista milanese scomparso nel 2003.
Per trentasette anni sono rimaste abbandonate nei magazzini comunali di Parma, dimenticate come avanzi di cantiere. Oggi, completamente restaurate e ricomposte, sono pronte per essere esposte alla Triennale di Milano
E' una storia che sembra una favola, quella delle opere perdute di Ramous. Una storia un po' diversa da quella classica del capolavoro ritrovato per caso in una soffitta e battuto all'asta per cifre da capogiro. Repubblica Parma se ne era occupata nel 2009, quando aveva testimoniato la presenza di strani relitti metallici in un'area all'aperto dietro il cimitero della Villetta.
Si trattava di pezzi di grandi sculture, anche se nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Arrugginiti e
ammassati tra le erbacce, sporchi di terra e di cemento. Erano lì dal 1974, anno in cui venne organizzata un'esposizione delle opere di Carlo Ramous a Parma.
Vi furono problemi nel trasporto di sculture così grandi. L'artista entrò in contrasto con il Comune e si aprì un contenzioso. Le opere vennero smontate e temporaneamente trasferite nel magazzini comunali. Caddero nell'oblio. Dopo la morte dell'artista, nel 2003, neppure i curatori della suo patrimonio artistico ricordavano dove fossero finite. Finché non se ne occupò la stampa.
E qui entra in scena la passione. Quella per l'arte. Walter Patscheider, architetto e ingegnere milanese, è un signore che ha ereditato dal padre una vasta collezione di sculture e di bozzetti di Carlo Ramous. Lui stesso conosceva molto bene l'artista, amico di famiglia da lunga data. Dopo la scomparsa dello scultore, Patscheider decide di tutelare e promuovere la sua opera. Anche puntando su scommesse che sembravano impossibili. Come il recupero delle grandi sculture perdute a Parma.
E' la fine del 2011. Patscheider parte da Milano e arriva a Parma. Vuole vedere con i propri occhi le condizioni delle opere e portarle via. Ma giunto ai magazzini della Villetta, quasi si scoraggia: sono in condizioni pietose. I pezzi metallici sono tutti mischiati, arrugginiti, incrostati di sporcizia. Patscheider decide di tentare lo stesso. Con l'aiuto di un conoscente, titolare di una carpenteria metallica nelle vicinanze del capoluogo lombardo, recupera il recuperabile. I relitti finiscono in un magazzino. E subiscono una trasformazione. Ripuliti e restaurati, tornano agli antichi splendori. Diventano Arco, Timpano, Continuità. Queste le tre opere ricostruite grazie ai bozzetti della famiglia Patscheider. Di una quarta, Anelito, manca ancora un pezzo. La quinta, Sviluppo, è tuttora dispersa. Il destino delle tre sculture rinate è di tornare nei luoghi dell'arte. Timpano sarà scoperta il prossimo 10 maggio in occasione degli 80 anni della Triennale di Milano. Per l'occasione l'esposizione permanente riceverà in dono anche una scultura in refrattario della collezione personale di Patscheider. Nel giardino, in seguito, sarà esposta anche Continuità. Arco vi sarà collocata a settembre, dopo l'esposizione nella piazza principale di Cortina d'Ampezzo nell'ambito della personale che il Museo Rimoldi dedica a Ramous nel decimo anniversario della scomparsa.
Una grande soddisfazione per Walter Patscheider. "Carlo Ramous non ha mai voluto vendersi ai
commercianti d'arte - racconta - finché era in vita aveva molti contatti e ottimi rapporti nel mondo dell'arte, era conosciuto in tutto il mondo. Quando è mancato, è mancato anche chi portasse avanti il suo discorso. E' stato dimenticato". Walter Patscheider e la sorella Peg si stanno impegnando in prima persona perché questo non accada. Hanno creato e gestiscono il sito dedicato all'artista www.carloramous. it e investono tempo e denaro per riportare la sua arte al pubblico. Il loro auspicio è che le opere rinate tornino in futuro anche nella città che le aveva perdute, in una degna collocazione, per essere ammirate dai parmigiani.
Maria Chiara Perri
(Parma - Repubblica.it, 9 Maggio 2013)
carloramous.it